venerdì 25 aprile 2008

Politica e cinema - prima parte


Politica e cinema - seconda parte


....bleah.....

All'inizio dell'800 un medico praticante di Filadelfia andò oltre a quello che la maggior parte delle persone è disposta a fare per dimostrare una propria teoria. Molto oltre. Il medico aveva osservato che la febbre gialla si scatenava durante l'estate, ma spariva d'inverno. Così ipotizzò che non fosse contagiosa, ma che si trattasse di una malattia causata da fattori come il calore, il cibo e il rumore. Per provare la sua teoria, decise di dimostrare che per quanto si esponesse al contagio non si sarebbe ammalato. Cominciò praticandosi una piccola incisione sul braccio e versando nella ferita del "vomito nero fresco" preso da un malato di febbre gialla. Non si ammalò e non si fermò lì. I suoi esperimenti diventarono sempre più temerari: si fece delle incisioni ancora più profonde e ci versò il vomito nero. Se lo versò negli occhi. Riempì una stanza di "vapori di rigurgito" riscaldati - una specie di sauna di vomito - e ci rimase per due ore respirandone l'aria. Quest'ultimo esperimento gi provocò "un gran dolore di testa, un po' di nausea e una perspirazione abbondante", ma non si ammalò. A questo punto il medico cominciò a ingurgitare il vomito: trasformò la materia nera in pillole e la inghiottì. Mescolò 20 grammi di vomito con l'acqua e la bevve. Alla fine raccolse tutto il suo coraggio e bevve vomito puro, non diluito, e ancora una volta non si ammalò. Concluse l'esperimento cospargendosi abbondantemente di altri fluidi contaminati: saliva, sangue, sudore e urina. Più sano che mai, nella sua tesi del 1804 dichiarò che la sua teoria era dimostrata.
Naturalmente si sbagliava. Come ormai è noto, la febbre gialla è estremamente contagiosa, ma richiede la trasmissione diretta nel flusso sanguigno, di solito per mezzo della puntura di una zanzara. Con tutti gli sforzi che quel medico fece per contagiarsi, si può ritenere un miracolo che alla fine fosse ancora vivo.

Fonte: Internazionale, 2007.

mercoledì 23 aprile 2008

Questione di spelling - parte prima




Questione di spelling - parte seconda

Fonte: Internazionale, "La settimana di gipi", Febbraio 2008.




domenica 20 aprile 2008

Missione Ikea


"Piove di sicuro!", dico soddisfatta tra me e me, ancora immersa nel caldo del letto, poi mi rigiro sorridente e mi imbozzolo tra le coperte. Anche questa volta l'ho scampata.
Non amo andare all'Ikea e da mesi sto guardando riviste, fumetti e quant'altro accumularsi qua e là in attesa che Billy, la globalizzatissima libreria made in Svezia, faccia il suo ingresso nella mia camera. In effetti questa domenica sarebbe stato il giorno adatto per andarci, ma forte delle catastrofiche previsioni meteo mi ero regalata la possibilità di rimandare ancora una volta l’inevitabile: "Andrò all'Ikea solo se ci sarà un tempo decente".
Guardo l'ora: le 7.15. Tergiverso un po', poi mi alzo e sbircio fuori dalla finestra. "Cazzo!!". Una bella giornata di sole con tanto di cielo azzurro e nuvolette a pecorelle. "Cazzocazzocazzo!!.........va bene, a sto giro mi tocca!". Faccio colazione mentre ripasso mentalmente l'elenco delle cose di cui ho bisogno, poi mi preparo ed esco. Ore 8.30.
Arrivo all'Ikea 5 minuti prima dell'apertura e conto una sessantina di persone in attesa. Alle 9 in punto una vocina metallica ci dà il buongiorno e annuncia l'apertura del magazzino. Percorro a passo deciso, l'immancabile scomodissimo saccone giallo sulla spalla, l'area soggiorno (un cartello rosso posto sulla libreria mi dice che billy si trova nell'area self-service al corridoio 10 posto 4), notte, nonricordocosac'èdopo e arrivo alla zona cucina dove mi affretto ad impadronirmi di un paio di articoli dai nomi impronunciabili. Scendo al piano inferiore, prendo un carrello sul quale appoggio il saccone e percorro la zona accessori con più calma ma resistendo alla tentazione di acquistare qualche "inutilame" (candele dei colori più disparati, barattoli dalle forme improponibili, scatole portadocumenti dalle fantasie improbabili).
Corridoio 10, posto 4: Billy sei mia! Guardo l'imballo e mi rendo conto di aver sottovalutato la cosa: Billy è alta due metri e rotti e pesa 37 chili. Io ne peso 52. Non mi scoraggio: provo per dieci minuti a farla scivolare sul carrello prima che Il gentilissimo sfortunato di turno si trovi a passare di là.
Ore 9.35. Casse deserte. Pago e mi dirigo al posteggio. Abbatto i sedili dietro, appoggio sul sedile davanti il sacchetto pieno di cose e (ancora non so come) riesco ad appoggiare Billy al bagagliaio e a spingerla fino allo schienale dei sedili anteriori: Billy esce di almeno 15 centimetri dal bagagliaio (”Mapporc…”). “Ok, la posso infilare di traverso tra i due sedili…”. Pensarlo è un conto, farlo un altro. Mi infilo di lato e sollevo Billy appoggiandola a uno dei sedili, poi passo dietro e spingo…..Billy scivola ricadendo nella stessa posizione di prima. Ripeto l’esperienza, con qualche variazione ma con lo stesso fallimentare risultato, fino al passaggio di due gentilissime signore che rendono possibile il mio viaggio di ritorno a casa.
Una volta giunta nei box di casa, tolgo l’impallaggio alla fottutissima Billy, la carico sull’ascensore e la porto a casa dove, seguendo le preziose istruzioni, mi armo di svitavvita, martello e cacciavite e comincio a montare la libreria: Viti strambe sui laterali nei buchi, mensola di testa, mezzo e piede, altro laterale, girare sottosopra, schiene, chiodini (sei per ciascuna mensola), sollevo Billy quasi finita……”Idiotaidiotaidiotissima!!”. Ho montato due delle tre mensole al contrario!!! Rido fino alle lacrime, smonto Billy, rigiro le mensole e la rimonto completamente.
Sono l’orgogliosa proprietaria dell’unica libreria Billy con mensole traforate.

sabato 19 aprile 2008

Di che sesso è il computer?


Le donne pensano che il computer debba essere di sesso maschile perchè:

1. per ottenere la sua attenzione, devi accenderlo;

2. ha molti dati, ma resta privo di intelligenza;

3. dovrebbe aiutarti a risolvere i problemi, ma metà delle volte te li crea;

4. non appena ne scegli uno, ti accorgi che, se avessi aspettato un po' di più, ti saresti potuta procurare un modello migliore.

Gli uomini pensano che il computer debba essere di sesso femminile perchè:

1. solo Dio capisce la sua logica;

2. il linguaggio che utilizza per comunicare con altri computer è incomprensibile a chiunque;

3. anche i più lievi errori che commetti restano immagazzinati a lungo in memoria;

4. non appena ne scegli uno, ti ritrovi a spendere metà stipendio per gli accessori di cui ha bisogno.

Fonte: Perchè gli uomini possono fare una sola cosa per volta e le donne ne fanno troppe tutte insieme? Ed. Sonzogno

venerdì 18 aprile 2008

Carmilla


Carmilla spalancò le ali, le richiuse strettamente fino a inguainarsi e, alle prime note della musica, iniziò a schiuderle. Non si muoveva, non ancheggiava, guardava fisso il pubblico e apriva assai lentamente il bozzolo, ma la reazione fu impressionante.
Tutti iniziarono a sudare e ad arrossarsi come in un forno, e pendevano in avanti verso la pedana, attratti da una forza irresistibile. Nessuno fiatava, si udivano solo, uno alla volta e poi a raffica, gli schianti dei bottoni e le decrepitazioni delle cinture lampo.
Un’unica formidabile erezione coinvolse i maschi presenti mentre le creature di sesso femminile e neutro si davano ad ogni tipo di sfregamento e attrito.
Lo Jojo iniziò a mugulare mentre il suo membro, simile a un collo di giraffa, si innalzavaal cielo, e quattro piccoli Jojimbur ci si arrampicavano sopra per vedere meglio. I cazzi dei Giapiz esplosero tutti insieme fuori dalle uova come funghetti, un Eptazugo di Zekar si trovò davanti al viso il ventaglio dei suoi sette cazzi eretti e si mise a gridare “giù quelle teste, non vedo niente” mentre un Megaphallus di Mammuthcod veniva atterrato dalla sua nerchia che era decollata di scatto, colpendolo al mento. Un Legobò montava a tutta velocità nuovi segmenti di pene per raggiungere una lunghezza pari alla sua eccitazione. Un Trapus con uccello a succhiello iniziò a traforare il bancone spargendo schizzi di segatura, un gigante nero di Doomwrite scattò in piedi mostrando senza vergogna un cazzetto rotondo di non più disei centimetri roteante come una biglia, e un Megabitto di Melb col cazzo a sassofono esplose in un assolo orgasmico.
Quando Carmilla aprì interamente le ali, pur restando completamente vestita nella sua guaina rossa, e salutò graziosamente dimenando un pezzettino di coda, si udì un muggito di mandria esausta e dal soffitto cominciò a colare una pioggia di duecentoquaranta sperma spaziali decollati durante l'esibizione. Più di cento ambosessi furono portati via collassati, e metà dei poliziotti intervenuti per sedare la situazione venne violentata.
Fonte: Elianto ed Feltrinelli, 1996.

venerdì 4 aprile 2008

L'elefante allucinato




Cosa succede se si inietta una dose di LSD a un elefante? La risposta a questo interrogativo fu trovata nel 1962. Nell'aprile di quell'anno il direttore dello zoo di Oklahoma City, insieme a due colleghi dell'Università locale, sparò una siringa con 297 milligrammi di LSD nel sedere di un elefante di nome Tusko. La dose era 3000 volte maggiore di quella assunta di solito dalle persone che ne facevano uso. Le cose si misero subito male. Tusko reagì come se gli avessero sparato: strombazzò qualche minuto in giro per il suo recinto e cadde in ginocchio. Inorriditi, i tre studiosi cercarono di rianimarlo con degli antipsicotici, ma l'elefante morì dopo un'ora.
In un articolo pubblicato nel dicembre di quell'anno, i tre arrivarono a una mesta conclusione: "sembra che gli elefanti siano estremamente sensibili agli effetti dell'LSD".

martedì 1 aprile 2008