martedì 28 ottobre 2008

Paul


“E’ difficile che un attore richiami l’attenzione di un presidente”. Così comincia un editoriale che mi è capitato di leggere dopo la morte di Paul Newman. In quelle poche righe si racconta che Paul si impegnò così tanto come antimilitarista, all’epoca della guerra in Vietnam, da arrivare in cima alla “lista dei nemici” dell’allora presidente Nixon. Ma questo non lo fermò: nel corso della sua vita non solo ha avuto grande soddisfazione e ricevuto tutti gli onori dalla sua professione, ma è anche riuscito a diventare un imprenditore di successo con il fortunato marchio di condimento per insalate Newman’s Own, grazie al quale ha donato in beneficenza più di qualunque altro attore di Hollywood e banchiere di Wall street.
Paul si è dedicato alla causa dei diritti civili, delle donne e dei gay e ha lottato contro la corsa alla bomba atomica, battendosi per fare eleggere gli oppositori alla guerra. Quest’anno Newman ha sostenuto la campagna di Barack Obama.
L’articolo termina dicendo che la cosa di cui Paul andava fiero è stata di essere un “nemico”, e fino all’ultimo ha sostenuto che finire nella lista di Nixon fu “il più grande onore che abbia mai ricevuto”.

Io, come tanti, lo ricordo per le sue interpretazioni, per lo sguardo intenso, per gli splendidi occhi blu, ma in lui c’era di più. C’erano talento, cuore, passione, amore per la vita e interesse per gli altri.

La “squadra dei buoni”, con Paul, ha perso uno dei suoi elementi più validi.

lunedì 20 ottobre 2008

I Visionauti



I Visionauti sono 32 artisti italiani e stranieri che hanno realizzato, a scopo benefico, un calendario in 2 versioni per conto della sezione di Prato dell’Unione Nazionale Italiana Volontari pro Ciechi.
Fra di loro ricordiamo: Scott Morse, Ivo Milazzo, Miguel Angel Martin, Leo Ortolani, Paolo Bacilieri, Aleksandar Zograf, Werther Dell’Edera, Massimo Bonfatti, Stefano Misesti, Massimo Giacon e Dave Taylor. Le 2 versioni differiscono completamente l’una dall’altra e contengono ciascuna 15 disegni ed un racconto di Lorenzo Bartoli (tutto materiale inedito). I proventi della vendita serviranno interamente per continuare a garantire servizi utili ai portatori di handicap della vista.
Si può acquistare, al costo di 10 euro, nei seguenti modi:
· alla prossima Lucca Comics (30 ottobre-2 novembre, presso gli stand Double Shot, Leopoldo Bloom, Passenger Press, ReNoir, Tespi/Nicola Pesce e Tunuè)
· attraverso il catalogo Anteprima che presenterà il calendario nel numero di novembre;
· presso la fumetteria “Mondi Paralleli” di Prato (v. Ser Lapo Mazzei n° 26, tel. 0574-41903, e-mail mondi_paralleli@inwind.it);
· scrivendo all’indirizzo: visionauti@gmail.com.

The Visionauti are 32 italian and foreign artists who realized, for a charitable aim, a calendar in two versions, for the account of the Prato section of the "Unione Nazionale Italiana Volontari pro Ciechi". Between them we remember: Scott Morse, Ivo Milazzo, Miguel Angel Martin, Leo Ortolani, Paolo Bacilieri, Aleksandar Zograf, Werther Dell’Edera, Massimo Bonfatti, Stefano Misesti, Massimo Giacon and Dave Taylor. The two versions are completely different one to the other and each one contains 15 drawings and a short story by Lorenzo Bartoli (everything is unpublished).
The income deriving from the sales will be entirely used to continue to guarantee useful services for sight disabled people.
You can buy the calendars for 10 E. each during the next Lucca Comics (30th october-2nd november at the stands Double Shot, Leopoldo Bloom, Passenger Press, ReNoir, Tespi/Nicola Pesce and Tunuè) or writing to: visionauti@gmail.com.

martedì 23 settembre 2008

Macavity the mystery cat

Macavity's a mystery cat, he's called the hidden paw
For he's a master criminal who can defy the law
He's the bafflement of Scotland Yard, the Flying Squad's despair
For when they reach the scene of crime Macavity's not there!

Macavity, Macavity, there's no one like Macavity
He's broken every human law, he breaks the law of gravity
His powers of levitation would make a fakir stare
And when you reach the scene of crime Macavity's not there!

You may seek him in the basement, you may look up in the air
But I tell you once and once again Macavity's not there!

Macavity's a ginger cat, he's very tall and thin
You would know him if you saw him for his eyes are sunken in
His brow is deeply lined in thought, his head is highly domed
His coat is dusty from neglect, his whiskers are uncombed

Macavity, Macavity, there's no one like Macavity
He's a fiend in feline shape, a monster of depravity
You may meet him in a by-street, you may see him in the square
But when a crime's discovered then Macavity's not there!

He's outwardly respectable, I know he cheats at cards
And his footprints are not found in any files of Scotland Yard's
And when the larder's looted or the jewel case is rifled
Or when the milk is missing or another peke's been stifled
Or the greenhouse glass is broken and the trellis past repair
There's the wonder of the thing Macavity's not there!

Macavity, Macavity, there's no one like Macavity
There never was a cat of such deceitfulness and suavity
He always has an alibi and one or two to spare
What ever time the deed took place Macavity wasn't there!

Macavity, Macavity, there's no one like Macavity
He's a fiend in feline shape, a monster of depravity
You may meet him in a by-street, you may see him in the square
But when a crime's discovered then Macavity

Macavity, Macavity, Macavity
When a crime's discovered then Macavity's not there!
Macavity's not there!

sabato 13 settembre 2008


L'ho visto stasera e ho riso.

"L'ingrediente segreto non esiste".

mercoledì 10 settembre 2008

Moonlight In Vermont

Pennies in a streamFalling leaves of a sycamoreMoonlight in VermontIcey finger wavesSki trails on a mountain sideSnowlight in Vermont

Telegraph cables, they sing down the highwayAnd travel each bend in the roadPeople who meet, in this romantic settingAre so hypnotized by the lovely...Evening summer breezeWarbling of a meadowlarkMoonlight in Vermont

Telegraph cables, they sing down the highwayAnd travel each bend in the roadLouis:People who meet, in this romantic settingAre so hypnotized by the lovely...Evening summer breezeWarbling of a meadowlarkMoonlight in VermontYou and I and moonlight in Vermont

martedì 2 settembre 2008

PacMan


Pac-Man rappresenta un pezzo della storia dei video giochi. Creato da Tohru Iwatani (della Namco), divenne il gioco col quale iniziò tutto!
Inizialmente l’eroe si chiamava “Puckman”, ma negli USA il nome venne cambiato in Pac-man, prima dell’uscita del gioco, per evitare storpiature volgari (provate a mettere una F al posto della P...). Nelle prime versioni del gioco, i movimenti dei mostri erano pre definiti e il gioco risultava facile per chiunque; in seguito invece ai mostri vennero attribuiti dei movimenti casuali, allo scopo di dare a ciascuno di loro una propria personalità. Il mostriciattolo rosso, Akabei (aka=rosso in giapponese) o Inki, Oikake, Chaser, è il più veloce; quello blu, Aosuke (ao=blu in giapponese) o Blinky, Machibyse, Ambusher, ha una particolare strategia: prende il tunnel opposto a quello più vicino a pacman. Il mostro rosa si chiama Pinky o Whimsy o Speedy, quello arancione Guzuta (gu=stupido in giapponese) o Clyde.
Clyde doveva essere lo stupido del gruppo dei mostri, ma i produttori di cartoons americani Hanna e Barbera non se ne accorsero e ne fecero il leader nel loro cartone animato Wacky Races.
Nella versione iniziale Pac-man aveva un naso tipo Pinocchio, poi eliminato dalla versione USA.
Nel1981 la Atari realizzò e distribuì una versione del gioco con una grafica decisamente rudimentale, in cui tutti i mostri, a prescindere che lo fossero o meno, sembravano fantasmini.
La versione del gioco che ho inserito qui a destra è una delle più semplici e classiche.

Fonte: il web

venerdì 22 agosto 2008

Le cose belle..

Le cose più belle della vita o sono immorali, o sono illegali, oppure fanno ingrassare (J.B. Shaw).

Virus


1. Se ti dai malato, di' che hai un'infezione virale: fa più impressione del raffreddore.


2. Lasciare intendere che hai l'influenza aviaria è un po' troppo.


3. Per evitare le infezioni indossa una mascherina. Sembrerai così strano che nessuno vorrà starti vicino.


4. Il tuo amico ha un norovirus? Stupiscilo con un rotavirus!


5. Bere molti liquidi

martedì 22 luglio 2008

L'orologio biologico

Ci ho pensato molto, moltissimo. L'orologio biologico è una gran fregatura! Insomma, si vive sereni e spensierati (chi più, chi meno), si cazzeggia o si serieggia e ad un certo puto....tic....tac.....tic.....tac......e si cominciano a fare le cose più bizzarre: single incalliti che cercano spasmodicamente una "compagna di vita", donne che fino a qualche giorno prima guardavano i figli delle amiche con espressione al meglio disgustata, cominciano a dire che non si sentiranno mai realizzate finchè non partoriranno "carne della propria carne".
Ho visto cose che voi umani non potreste mai immaginare.....
La pulsione ancestrale che spinge l'essere umano a riprodursi è un orologio di quelli che fanno rumorosamente TICTAC (che, tra parentesi, a me danno un sacco fastidio), un orologio che ti martella la testa....tic....tac......tic.....tac.....ovaio preparati ! Spermatozoi pronti all'azione!
A me sta cosa fa davvero paura. Forse perchè ho conosciuto persone che, assecondando quel ticchettio, sembrano aver fatto scelte totalmente in disaccordo con la loro natura, o forse perchè mi trovo in quella fascia di età in cui il malefico orologio potrebbe colpire senza troppi preavvisi.
La scimmietta che mi spinge a sondare tutte le possibilità però suggerisce che l'"orologio biologico" in realtà potrebbe essere solo un pretesto per rimettersi in discussione e che la paura dell'ignoto che questo comporta, il timore di perdere certezze (o pseudo-tali) radicate profondamente in ciascuno, il terrore del fallimento, siano in grado di confondere e paralizzare.
Forse la chiave di lettura sta nell'ignorare quel fastidioso tictac e nel cercare di comprendere e fare ciò che realmente ci fa sentire liberi. Fosse facile.....

giovedì 10 luglio 2008

La spiaggia


1. porta un libro, la crema solare e l'asciugamano. Lascia a casa la tenda, a meno che tu non voglia passare la notte in spiaggia;

2. resta al mare almeno il doppio del tempo che ci hai messo per arrivarci;

3. la distanza minima dai vicini è due metri;

4. ma puoi avvicinarti di mezzo metro se stanno litigando o spettegolando;

5. il principio base della spiaggia nudista vale anche per te: togliti il costume!

6. se odi la sabbia, il sole, l'acqua salata, vai in montagna.

martedì 1 luglio 2008

Chi si è fregato Il Vela?

Prima di cominciare la giornata di lavoro, quando ho un po' di tempo, mi piace visitare alcuni blog, leggere quanto vi è scritto, talvolta commentare. Stamani l'ho fatto e ho scoperto che qualcuno si è portato via Il Vela. Vi dirò di più: il marrano si è fottuto (si può dire fottuto?) anche l'alter-ego de Il Vela, Il Poma!!
Voci di corridoio insinuano che Il Vela sia partito, per una missione supersegretissima, alla volta di Bassano del Grappa. I maligni lo immaginano su un'isola tropicale a godersi il frutto dell'ultimo grande furto al Banco di Catanzaro Lido. Le sue ammiratrici piangono disperate all'idea che possa essere fuggito con "quellallà".
Noi, lettori anonimi di blog e cinefili (dilettanti o meno), attendiamo speranzosi il suo ritorno.

sabato 28 giugno 2008

Sei pallida?

"Facia smorta. Figa forta".

Si tratta di uno dei proverbi raccolti in un libro che mi hanno regalato tempo fa (grazie ancora, A.), "Proverbi erotici Lombardi".
Il breve commento a questo detto afferma quanto segue:
"Le donne pallide sono spesso le più resistenti alle fatiche amorose, per una loro particolare riposatezza del sangue o per qualunque altra misteriosa rispondenza o contrasto tra l'aspetto esterno e la carica interiore.
[nella citata lettera a Luigi Stadera del 15 agosto 1962 il detto, il detto è presente in una forma lievemente diversa: Dona smorta, figa forta.]

Fonte: Proverbi erotici Lombardi, ed ES.

Sudo

E' caldo.
Appicicaticcio.
Umido.
Sudato.
Caldo.
Il solo scriverne fa scorrere una goccia di sudore lungo la tempia.
Il pensiero di dover fare qualcosa fuori, poi, fa sudare come maiali. In realtà non c'è nulla di più sbagliato: i maiali non sudato! Quei teneri, paffuti, rosei animaletti sono sprovvisti di ghiandole sudoripare e, a dirla tutta, l'animale che suda di più è proprio l'uomo (inteso come essere umano, non facciamone una questione di genere).
Il maiale dissipa il calore ansimando o irrorandosi con liquidi di provenienza esterna; così si spiega la grande passione di questo animale per rotolarsi nel fango!! Tra l'altro, è stato dimostrato che l'effetto rinfrescante della melma è decisamente superiore a quello dell'acqua.
Ecco risolto il problema di come passare una domenica afosa: si organizza un bel torneo di lotta nel fango!

mercoledì 21 maggio 2008

Seguire le indicazioni


1. prendere a parolacce il gps non serve a nulla


2. lo stesso vale per tua moglie


3. accostare per studiare la mappa ha senso solo se sei di fronte a un cartello con le indicazioni stradali


4. e comunque accertati che la mappa sia nel verso giusto


5. quando comincia a fare buio hai il diritto di farti prendere dal panico.


Fonte: The Observer

martedì 20 maggio 2008

Ed è subito sera

Ognuno sta solo sul cuor della terra
Trafitto da un raggio di sole.
Ed è subito sera.

E’ una delle poesie che preferisco.
Di primo acchito può essere interpretata come una visione pessimistica della vita, pensata come “solitudine” e trafitta da un singolo raggio di sole seguito presto dalla sera (morte?); però io l’ho sempre considerata come un messaggio positivo. Forse perchè mi concentro sul raggio di sole. Ma come si può perder tempo a pensare alla sera quando quel raggio è così abbagliante e caldo e sorprendente?

venerdì 9 maggio 2008

Baci


1. Dare due baci sulle guance è chic. Ma solo se non sbatti sul naso dell'altro.

2. I baci sulle labbra riservali al partner.

3. Il burro di cacao rende gli sbaciucchiamenti appiccicosi.

4. I primi baci sono sempre traumatici: allungati in avanti e non pensarci più.

5. Ma prima ti sei assicurato che l'altro sia d'accordo??


Fonte: The Observer.

venerdì 25 aprile 2008

Politica e cinema - prima parte


Politica e cinema - seconda parte


....bleah.....

All'inizio dell'800 un medico praticante di Filadelfia andò oltre a quello che la maggior parte delle persone è disposta a fare per dimostrare una propria teoria. Molto oltre. Il medico aveva osservato che la febbre gialla si scatenava durante l'estate, ma spariva d'inverno. Così ipotizzò che non fosse contagiosa, ma che si trattasse di una malattia causata da fattori come il calore, il cibo e il rumore. Per provare la sua teoria, decise di dimostrare che per quanto si esponesse al contagio non si sarebbe ammalato. Cominciò praticandosi una piccola incisione sul braccio e versando nella ferita del "vomito nero fresco" preso da un malato di febbre gialla. Non si ammalò e non si fermò lì. I suoi esperimenti diventarono sempre più temerari: si fece delle incisioni ancora più profonde e ci versò il vomito nero. Se lo versò negli occhi. Riempì una stanza di "vapori di rigurgito" riscaldati - una specie di sauna di vomito - e ci rimase per due ore respirandone l'aria. Quest'ultimo esperimento gi provocò "un gran dolore di testa, un po' di nausea e una perspirazione abbondante", ma non si ammalò. A questo punto il medico cominciò a ingurgitare il vomito: trasformò la materia nera in pillole e la inghiottì. Mescolò 20 grammi di vomito con l'acqua e la bevve. Alla fine raccolse tutto il suo coraggio e bevve vomito puro, non diluito, e ancora una volta non si ammalò. Concluse l'esperimento cospargendosi abbondantemente di altri fluidi contaminati: saliva, sangue, sudore e urina. Più sano che mai, nella sua tesi del 1804 dichiarò che la sua teoria era dimostrata.
Naturalmente si sbagliava. Come ormai è noto, la febbre gialla è estremamente contagiosa, ma richiede la trasmissione diretta nel flusso sanguigno, di solito per mezzo della puntura di una zanzara. Con tutti gli sforzi che quel medico fece per contagiarsi, si può ritenere un miracolo che alla fine fosse ancora vivo.

Fonte: Internazionale, 2007.

mercoledì 23 aprile 2008

Questione di spelling - parte prima




Questione di spelling - parte seconda

Fonte: Internazionale, "La settimana di gipi", Febbraio 2008.




domenica 20 aprile 2008

Missione Ikea


"Piove di sicuro!", dico soddisfatta tra me e me, ancora immersa nel caldo del letto, poi mi rigiro sorridente e mi imbozzolo tra le coperte. Anche questa volta l'ho scampata.
Non amo andare all'Ikea e da mesi sto guardando riviste, fumetti e quant'altro accumularsi qua e là in attesa che Billy, la globalizzatissima libreria made in Svezia, faccia il suo ingresso nella mia camera. In effetti questa domenica sarebbe stato il giorno adatto per andarci, ma forte delle catastrofiche previsioni meteo mi ero regalata la possibilità di rimandare ancora una volta l’inevitabile: "Andrò all'Ikea solo se ci sarà un tempo decente".
Guardo l'ora: le 7.15. Tergiverso un po', poi mi alzo e sbircio fuori dalla finestra. "Cazzo!!". Una bella giornata di sole con tanto di cielo azzurro e nuvolette a pecorelle. "Cazzocazzocazzo!!.........va bene, a sto giro mi tocca!". Faccio colazione mentre ripasso mentalmente l'elenco delle cose di cui ho bisogno, poi mi preparo ed esco. Ore 8.30.
Arrivo all'Ikea 5 minuti prima dell'apertura e conto una sessantina di persone in attesa. Alle 9 in punto una vocina metallica ci dà il buongiorno e annuncia l'apertura del magazzino. Percorro a passo deciso, l'immancabile scomodissimo saccone giallo sulla spalla, l'area soggiorno (un cartello rosso posto sulla libreria mi dice che billy si trova nell'area self-service al corridoio 10 posto 4), notte, nonricordocosac'èdopo e arrivo alla zona cucina dove mi affretto ad impadronirmi di un paio di articoli dai nomi impronunciabili. Scendo al piano inferiore, prendo un carrello sul quale appoggio il saccone e percorro la zona accessori con più calma ma resistendo alla tentazione di acquistare qualche "inutilame" (candele dei colori più disparati, barattoli dalle forme improponibili, scatole portadocumenti dalle fantasie improbabili).
Corridoio 10, posto 4: Billy sei mia! Guardo l'imballo e mi rendo conto di aver sottovalutato la cosa: Billy è alta due metri e rotti e pesa 37 chili. Io ne peso 52. Non mi scoraggio: provo per dieci minuti a farla scivolare sul carrello prima che Il gentilissimo sfortunato di turno si trovi a passare di là.
Ore 9.35. Casse deserte. Pago e mi dirigo al posteggio. Abbatto i sedili dietro, appoggio sul sedile davanti il sacchetto pieno di cose e (ancora non so come) riesco ad appoggiare Billy al bagagliaio e a spingerla fino allo schienale dei sedili anteriori: Billy esce di almeno 15 centimetri dal bagagliaio (”Mapporc…”). “Ok, la posso infilare di traverso tra i due sedili…”. Pensarlo è un conto, farlo un altro. Mi infilo di lato e sollevo Billy appoggiandola a uno dei sedili, poi passo dietro e spingo…..Billy scivola ricadendo nella stessa posizione di prima. Ripeto l’esperienza, con qualche variazione ma con lo stesso fallimentare risultato, fino al passaggio di due gentilissime signore che rendono possibile il mio viaggio di ritorno a casa.
Una volta giunta nei box di casa, tolgo l’impallaggio alla fottutissima Billy, la carico sull’ascensore e la porto a casa dove, seguendo le preziose istruzioni, mi armo di svitavvita, martello e cacciavite e comincio a montare la libreria: Viti strambe sui laterali nei buchi, mensola di testa, mezzo e piede, altro laterale, girare sottosopra, schiene, chiodini (sei per ciascuna mensola), sollevo Billy quasi finita……”Idiotaidiotaidiotissima!!”. Ho montato due delle tre mensole al contrario!!! Rido fino alle lacrime, smonto Billy, rigiro le mensole e la rimonto completamente.
Sono l’orgogliosa proprietaria dell’unica libreria Billy con mensole traforate.

sabato 19 aprile 2008

Di che sesso è il computer?


Le donne pensano che il computer debba essere di sesso maschile perchè:

1. per ottenere la sua attenzione, devi accenderlo;

2. ha molti dati, ma resta privo di intelligenza;

3. dovrebbe aiutarti a risolvere i problemi, ma metà delle volte te li crea;

4. non appena ne scegli uno, ti accorgi che, se avessi aspettato un po' di più, ti saresti potuta procurare un modello migliore.

Gli uomini pensano che il computer debba essere di sesso femminile perchè:

1. solo Dio capisce la sua logica;

2. il linguaggio che utilizza per comunicare con altri computer è incomprensibile a chiunque;

3. anche i più lievi errori che commetti restano immagazzinati a lungo in memoria;

4. non appena ne scegli uno, ti ritrovi a spendere metà stipendio per gli accessori di cui ha bisogno.

Fonte: Perchè gli uomini possono fare una sola cosa per volta e le donne ne fanno troppe tutte insieme? Ed. Sonzogno

venerdì 18 aprile 2008

Carmilla


Carmilla spalancò le ali, le richiuse strettamente fino a inguainarsi e, alle prime note della musica, iniziò a schiuderle. Non si muoveva, non ancheggiava, guardava fisso il pubblico e apriva assai lentamente il bozzolo, ma la reazione fu impressionante.
Tutti iniziarono a sudare e ad arrossarsi come in un forno, e pendevano in avanti verso la pedana, attratti da una forza irresistibile. Nessuno fiatava, si udivano solo, uno alla volta e poi a raffica, gli schianti dei bottoni e le decrepitazioni delle cinture lampo.
Un’unica formidabile erezione coinvolse i maschi presenti mentre le creature di sesso femminile e neutro si davano ad ogni tipo di sfregamento e attrito.
Lo Jojo iniziò a mugulare mentre il suo membro, simile a un collo di giraffa, si innalzavaal cielo, e quattro piccoli Jojimbur ci si arrampicavano sopra per vedere meglio. I cazzi dei Giapiz esplosero tutti insieme fuori dalle uova come funghetti, un Eptazugo di Zekar si trovò davanti al viso il ventaglio dei suoi sette cazzi eretti e si mise a gridare “giù quelle teste, non vedo niente” mentre un Megaphallus di Mammuthcod veniva atterrato dalla sua nerchia che era decollata di scatto, colpendolo al mento. Un Legobò montava a tutta velocità nuovi segmenti di pene per raggiungere una lunghezza pari alla sua eccitazione. Un Trapus con uccello a succhiello iniziò a traforare il bancone spargendo schizzi di segatura, un gigante nero di Doomwrite scattò in piedi mostrando senza vergogna un cazzetto rotondo di non più disei centimetri roteante come una biglia, e un Megabitto di Melb col cazzo a sassofono esplose in un assolo orgasmico.
Quando Carmilla aprì interamente le ali, pur restando completamente vestita nella sua guaina rossa, e salutò graziosamente dimenando un pezzettino di coda, si udì un muggito di mandria esausta e dal soffitto cominciò a colare una pioggia di duecentoquaranta sperma spaziali decollati durante l'esibizione. Più di cento ambosessi furono portati via collassati, e metà dei poliziotti intervenuti per sedare la situazione venne violentata.
Fonte: Elianto ed Feltrinelli, 1996.

venerdì 4 aprile 2008

L'elefante allucinato




Cosa succede se si inietta una dose di LSD a un elefante? La risposta a questo interrogativo fu trovata nel 1962. Nell'aprile di quell'anno il direttore dello zoo di Oklahoma City, insieme a due colleghi dell'Università locale, sparò una siringa con 297 milligrammi di LSD nel sedere di un elefante di nome Tusko. La dose era 3000 volte maggiore di quella assunta di solito dalle persone che ne facevano uso. Le cose si misero subito male. Tusko reagì come se gli avessero sparato: strombazzò qualche minuto in giro per il suo recinto e cadde in ginocchio. Inorriditi, i tre studiosi cercarono di rianimarlo con degli antipsicotici, ma l'elefante morì dopo un'ora.
In un articolo pubblicato nel dicembre di quell'anno, i tre arrivarono a una mesta conclusione: "sembra che gli elefanti siano estremamente sensibili agli effetti dell'LSD".

martedì 1 aprile 2008

martedì 25 marzo 2008

Alzati e cammina!!



Negli anni trenta R. E. Cornish, un ricercatore dell'università della California, era convinto di aver scoperto il modo per far tornare in vita i morti, almeno nei casi in cui non fosse stato danneggiato alcun organo vitale. La sua tecnica consisteva nel sottoporre i cadaveri a un movimento altalenante, per far circolare il sangue, mentre gli veniva iniettata una miscela di adrenalina e anticoagulanti. Cornish testò il suo metodo su una serie di fox terrier che battezzò tutti Lazzaro. Prima di tutto soffocava i cani e li lasciava morti per una decina di minuti, poi tentava di resuscitarli. I primi due esperimenti fallirono, ma il terzo e il quarto riuscirono: lamentandosi ed abbaiando dobolmente, i cani tornarono in vita, ciechi e con gravi danni al cervello, e continuarono a vivere in casa di Cornish terrorizzando gli altri cani.
Lo studio suscitò molte polemiche e alla fine Cornish fu cacciato dall'università. Il ricercatore continuò comunque a sperimentare in un capanno accanto a casa sua e molti anni dopo, nel 1947, disse di essere pronto a fare i suoi esperimenti sugli esseri umani. Thomas McMonigle, un detenuto in attesa di esecuzione nel braccio della morte, si offrì come cavia. Le autorità della California, però, negarono il permesso temendo di essere costrette a liberare il detenuto se fosse tornato in vita.

Cosa si può aggiungere se non....SI-PUO'-FARE!!!
Fonte: Internazionale 21/27 Dicembre 2007

I sopravvissuti




La Pasqua: pranzi, cene e, quasi come se fosse stata annunciata l'imminente fine del mondo, amici e parenti da vedere A S S O L U T A M E N T E.

A tutti i sopravvissuti: bentornati!


giovedì 20 marzo 2008

Buono da mangiare


Gli uomini si definiscono onnivori: mangiano infatti cibi sia di origine vegetale sia animale. Possiamo mangiare e digerire di tutto, dalle secrezioni irrancidite delle ghiandole mammarie, ai miceti, alle rocce; ossia formaggio, funghi e sale. Al pare degli altri onnivori, però, non mangiamo precisamente di tutto. Certe derrate le evitiamo perché biologicamente inadatte a esser mangiate dalla nostra specie (un esempio è dato dall’incapacità dell’intestino umano di digerire ingenti quantitativi di cellulosa e dal conseguente disinteresse dell’uomo per fili d’erba, foglie degli alberi e legno). Altre limitazioni spiegano perché facciamo il pieno di benzina nei serbatoi delle nostre auto, ma non nel nostro stomaco; oppure perché eliminiamo escrementi nelle fogne invece di servirli a tavola; almeno si spera. Vi sono però altre sostanze che gli uomini evitano di mangiare pur essendo commestibili dal punto di vista biologico: lo dimostra il fatto che in certi luoghi certi gruppi mangiano proprio quello che altri gruppi trovano repellente. Questo fa nutrire il sospetto fondato che ci sia qualcosa, al di là della semplice fisiologia della digestione, che influisce sulla definizione di ciò che è buono da mangiare. Questo qualcosa sono le tradizioni gastronomiche di un popolo, la sua cultura alimentare…..ma non solo.

Dissento solo su un punto: la cellulosa è più che digeribile. “Buono da mangiare” è un libro che si divora.
Fonte: Buono da mangiare, ed Einaudi.

mercoledì 19 marzo 2008

Io minimimmo e tu?




Alla fiera "Mantova comics & games 2008" è stato lanciato un nuovo, delirante, progetto: "Aiuta minimimmo a colonizzare la Terra" che ha come obiettivo la diffusione di una nuova pacifica specie sul nostro pianeta, attraverso l’aiuto di tutti coloro che vorranno contribuire.
Come fare? Basta collegarsi al sito http://www.minimimmo.com/, scaricare il file pdf per creare il proprio minimimmo, seguire le istruzioni per assemblarlo e documentare l'avvenuta colonizzazione con foto e video da inviare all'indirizzo indicato sul sito

martedì 18 marzo 2008

Virus letale?




Ieri, presa dall’euforia per questo gioco nuovo e pieno di prospettive, ho compilato sommariamente il mio profilo, ho scelto i colori e il nome del blog e ho inserito il turkey-post senza rendermi conto che, da brava padrona di casa, avrei forse dovuto scrivere due righe di intenti/presentazione/ringraziamenti/eviadicendo. Rimedio ora.
Il mio primo pensiero va ad A., persona straordinaria e dai mille talenti, che desidero ringraziare per avermi attaccato la blogghite; ancora non so quali potranno essere le conseguenze a lungo termine del contagio, ma per il momento mi ci sto divertendo moltissimo.
Voglio poi dare il benvenuto a tutti coloro a cui andrà di partecipare coi loro commenti, ma anche con idee e suggerimenti, a questo blog: sappiate che qualcosa da bere (chinottococacolaaranciatavinogassosagingerbirra) e da mangiare (di solito porcherie) ci sarà sempre.

lunedì 17 marzo 2008

La tua testa mi eccita


Inauguro, con questo post, sia il blog sia una serie di racconti di esperimenti scientifici più o meno improbabili i quali assomigliano più al lavoro del Dr. Frankestein (Frankestìn!) che a veri e propri lavori scientifici. La cosa incredibile di esperimenti di questo genere è che talvolta portano a scoperte veramente interessanti e utili; molte volte invece restano solo esperimenti assurdi…..

Durante una ricerca sulle abitudini sessuali dei tacchini, Martin Schein ed Edgar Hale, dell’università della Pensylvania, scoprirono che i maschi della specie non sono troppo esigenti. Se venivano messi in presenza di un pupazzo identico a una tacchina, si accoppiavano con lo stesso entusiasmo che avrebbero mostrato per un esemplare vero.
Affascinati da questa osservazione, i due ricercatori intrapresero una serie di esperimenti per stabilire quale fosse lo stimolo minimo necessario per eccitare un tacchino maschio. Cominciarono così a rimuovere una alla volta le varie parti del pupazzo fino a quando il maschio non perdeva interesse. Eliminarono la coda, le zampe e le ali, ma lo sprovveduto volatile continuava a emettere gloglotii amorosi e a darsi da fare. Alla fine restò solo una testa appoggiata su un bastone, ma il tecchino era ancora voglioso. Anzi, preferiva la testa sul bastone a un corpo senza testa.
I ricercatori ipotizzarono che tale preferenza nascesse dal meccanismo dell’accoppiamento tra tacchini: quando un tacchino maschio monta una femmina è tanto più grosso di lei da coprirne completamente il corpo, esclusa la testa. Quindi Schein e Hale conclusero che il centro dell’attenzione erotica fosse proprio la testa.
Prima di ridere delle abitudini sessuali dei tacchini, noi essere umani dovremmo ricordarci che la nostra specie è in cima alla piramide della perversione animale. Gli esseri umani cercano di accoppiarsi praticamente con qualsiasi cosa. Un esempio classico è quello di Thomas Granger, un adolescente che nel 1642 fu la prima persona giustiziata nel New England puritano. Che delitto aveva commesso? Si era accoppiato con un tacchino!
Fonte: Internazionale 21/27 dicembre 2007.